La pirateria ha origini lontane nel tempo e uno dei teatri è stato da sempre il basso Mediterraneo, proprio quella zona tra tacco e punta d’Italia: dal Medioevo fino a metà Ottocento il mar Ionio fu luogo di scontri tra salentini e pirati. Nella memoria collettiva delle genti del Salento, le popolazioni pugliesi sono state le vittime dei corsari, e ad esse venivano sottratte derrate alimentari, capi di bestiame, uomini da impiegare come schiavi; le chiese venivano distrutte o bruciate.

Foto al volo spiaggia di torre pali

I pirati, che muovevano dalle loro basi poste sulla costa dell’Africa settentrionale, rappresentarono per il Salento ancora nel secolo XVIII e nella prima parte del XIX, una presenza così costante e minacciosa che la loro presenza si configurò quale una vera e propria guerra. Sotto i regni di Carlo III, Ferdinando I e Francesco I, quindi per un periodo assai lungo, la flotta borbonica non riuscì sempre a fronteggiare efficacemente questi avversari e le marine di Salve subirono incursioni frequenti e devastanti.

Dal 1537, Carlo V aveva dato l’avvio alla costruzione delle torri lungo tutte le coste salentine e per difendere il territorio vennero costruite la Torre dei Pali e Torre Vado; nella stessa epoca furono erette delle torri sia nel centro abitato, nelle abitazioni delle famiglie più benestanti, sia nelle numerose masserie sparse nel feudo.

Torre Pali sorge in un territorio particolarmente interessante oggi dal punto di vista turistico e paesaggistico: la torre costiera a pianta circolare, è stata eretta quando le scorrerie si moltiplicarono portando terrore e distruzione tra le popolazioni, e occorreva necessariamente intervenire con un piano di difesa che prevedeva la costruzione di una cinta costiera di guardia. Oggi, a causa dell’erosione, è completamente circondata dalle acque del mare, a circa 15 metri dalla costa.

Torre Vado è la torre costiera che domina la cittadina omonima, oggi rinomata zona turistica la cui storia ha radici lontane nel tempo.

Salve anticamente veniva difesa dai Salvesi; nessuna antica o recente fiaba può contestare questo merito ai salvesi, e anche il merito di aver contribuito in tal modo a preservare il resto della Puglia dall’invasione. Se c’è un popolo che può dirsi esperto di torri per la difesa è decisamente quello dei salvesi, grazie anche alle torri costiere usate come punti di avvistamento e di segnalazione di un pericolo imminente. Nel 1480 per esempio i pirati attaccarono Salve, ma i salvesi riuscirono a difendersi nascondendosi e attaccando dal fortilizio.

Salve venne presa di mira anche dal famoso pirata Torghoud Reis Dragut, noto semplicemente come Dragut e famoso per i numerosi saccheggi condotti soprattutto nel mar Adriatico. Il 22 luglio del 1547 giunse con le sue navi nel tratto compreso tra Pescoluse e Torre Pali e ordinò di assaltare l’abitato di Salve; Salvesi si resero ancora una volta protagonisti di una coraggiosa difesa, una pagina eroica e sanguinosa fra le altre, dimenticate o malnote della storia, contrastando i pirati con colpi di armi da fuoco e lanci di olio bollente.

Proprio attorno al pirata Dragut, a Salve gira una leggenda relativa al piccolo scoglio della Fanciulla, posto a circa cento metri dalla spiaggia di Torre Pali: quando il corsaro Dragut inviò i suoi uomini a depredare alcune delle masserie delle campagne di Salve, essi catturarono anche la figlia di un colono la quale si rifiutò di rinnegare la religione cristiana, promessa che gli avrebbe salvato la vita. Venne uccisa e gettata in mare dallo stesso Dragut e in seguito il suo corpo venne trovato sull’isoletta che da quel momento venne chiamato l’Isola della Fanciulla.